A un bel momento si dirà che sono sempre al supermercato… ma non è così: semplicemente tutti i giorni vado all’Esselunga a comprare il pane e qualche ammennicolo che manca in casa. Vuoi gli stuzzicadenti, vuoi il vassoietto di prosciutto o di bresaola, vuoi due confezioni di yogurt, vuoi lo strizzacapelli per Tiziana, vuoi un etto di uranio impoverito.
Alle tredici ero alla cassa veloce, come tutti i giorni. Ormai sono quasi tutti rientrati e non c’è più il caos di settimana scorsa quando tutti gli abitanti di Milano erano insieme a me tra gli scaffali che pareva lo sbarco in Normandia, ovviamente tutti con il frigo vuoto (io e Tiziana lo avevamo riempito la settimana prima).Oggi a quest’ora c’è meno ressa e la mia coda non è molto lunga.
Davanti a me c’è una signora di circa settant’anni, ben curata, magra e con occhiali da sole. Davanti a lei una signora asiatica di mezz’età che sta finendo di raccogliere le sue cose mentre la signorina passa sul lettore ottico. Dietro a me un paio di signori della mia età. Uno è certamente sposato, dato che è ben curato e di aspetto triste (ah ah ah ah, uhm, sarò anch’io così tra qualche anno?)… mentre l’altro ancora più dietro, pur avendo forse uno o due anni più di me, dà l’impressione di essere un separato o un gaudente, con la peluria del petto che spunta dalla camicia sbottonata e dal fatto che ha in mano un paio di schifezze commestibili e una bottiglia di whisky.
La signora davanti a me ha un po’ di fretta ma appare anche un po’ distratta. La signora davanti a lei sta pagando ma ha lasciato il cestello vuoto sull’apposita rastrelliera della cassa, dove noi “utenti” dobbiamo avere cura di estrarre i nostri acquisti (le cassiere sono addestrate a non farlo e di norma avvertono il cliente) e poi riporre il nostro cestello vuoto impilato sugli altri proprio davanti alla cassa. La signora asiatica è alle prese con molta roba e sta riponendo la sua spesa in due sacchetti, incredibile quante cose aveva fatto stare nel suo cestello. E se ne va, dimentica del cestello che rimane nel posto sbagliato. Vale a dire dove la anziana signora davanti a me dovrebbe mettere il suo. Così, apparentemente senza pensarci, la anziana signora ben vestita pone il suo cestello sul ripiano dove di norma si dovrebbero mettere gli oggetti acquistati, per farli passare sulla finestra dello scanner. La signora non fa caso al cestello sulla rastrellierina, semplicemente lo lascia lì ignorandolo. La cassiera si vede invadere il suo spazio di lavoro dal cestello e non è in grado di passare gli articoli, anche perchè è seduta e non può vedere l’interno del cestello. Così dice alla signora, con professionalità e veloce gentilezza, che dovrebbe estrarre lei la sua spesa. La signora rimane interdetta per un secondo poi, senza proferire parola, agisce. Guarda il cestello della signora asiatica, lo agguanta e lo scaraventa per terra, proprio davanti ai miei piedi (non mi tocca nemmeno). Ma si accorge che in mezzo al corridoio delle casse, proprio davanti a me, ribaltato malamente, potrebbe essere un problema. Con un calcio ben assestato lo raddrizza e con una serie di altri calci lo manda sotto la rastrelliera, in modo da lasciare il passaggio sgombro per me e per gli altri in fila. Ha un destro micidiale. Così pone il suo cestello nel posto… “giusto” e comincia a estrarre, con un leggero senso di risentimento verso la cassiera che non le ha fatto la cortesia, le sue cose. Dietro di me i due signori sono rimasti come me piuttosto meravigliati. Anzi, con gli occhi sbarrati. Il più vicino emette una specie di “oooh” come davanti a uno spettacolo di pura violenza oppure di ammirazione calcistica, e l’altro si mette a ridere. Mi giro e sorrido ai due. Uno dice: “ma guarda che signora educata!” Io dico, tanto per sdrammatizzare e metterla sul ridere, per non difendere la donna ma nemmeno per esagerare sul suo comportamento: “eh, la signora di prima ha lasciato il cestello sulla cassa, sono cose che possono succedere…” e l’altro, quello con il whisky, commenta ad alta voce: “con la gentilezza si ottiene tutto!”. Il primo allora si scatena e rincara: “Chissà a casa, povero il suo marito!” E l’altro, di rimando: “Il suo marito starà sempre zitto!”. La signora sente benissimo ma fa finta di nulla. Ormai per noi tre lei è la moglie di Rambo o la nonna di Maradona, forse se lo merita anche. Però in fin dei conti non è nulla di grave, se non che è l’ennesima dimostrazione della mancanza di attenzione e di buon senso di noi italiani. Ne mettiamo quattro, giacchè conto anche la signora asiatica. La signora un po’ brusca e stizzosa e i due dietro di me. Io… no, perchè pur avendo visto tutto benissimo e sentendomi assolutamente meravigliato di quella piccola dimostrazione di microviolenza gratuita, ho cercato di non seminare zizzania. Da qualche anno ho imparato a non dire a voce alta quello che penso, anche se vedo comportamenti criticabili. Ma è un peccato, perchè se tutti stiamo zitti di fronte alle stupidaggini, e poi alle violenze, allora vuol dire che staremo zitti anche di fronte alle ingiustizie. Ho l’impressione che questa strada porti in posti non tanto belli. Vorrei proprio rimettermi in pista e indignarmi per tante altre cose, ma si vede che invecchiare porta anche a questo. Ragazzi, anche voi imparate a difendere l’educazione e a non stare zitti, finchè siete giovani. Almeno fino a ventitrè anni.